«Fino a qual punto l’emergenza può giustificare la limitazione dei diritti fondamentali?»
Tale limitazione si può giustificare «soltanto in una fase di contenimento dello sfondamento del contagio, oppure anche a regime?»
Con queste due domande, Giustizia insieme, la piattaforma dove si confrontano magistrati, avvocati, studiosi del diritto e società civile, ha aperto l’intervento, a firma di Franco De Stefano, che riporta il confronto di quattro costituzionalisti italiani, fra cui Giorgio Lattanzi, presidente emerito della Corte costituzionale, Gabriella Luccioli, presidente onorario della Corte di Cassazione, e due professori di diritto costituzionale, Massimo Luciani de La Sapienza e Corrado Caruso dell’Università di Bologna, l’ultimo è anche assistente di studio alla Corte Costituzionale.
Il giovane costituzionalista bolognese, nel suo intervento, ha evidenziato l’importanza di valutare i provvedimenti «in concreto, alla luce della particolare situazione di fatto che giustifica la limitazione». Caruso riporta come esempi concreti, di cui tener conto ai fini dell’adozione di provvedimenti limitativi per i cittadini, la virulenza dell’epidemia da covid-19, la misura del contagio o, altro esempio, la tenuta del sistema sanitario.
Da più parti, in questo periodo di emergenza sanitaria, viene adottata la metafora del conflitto bellico. La terminologia è impiegata diffusamente nel mondo economico che, colto dall’emergenza, è alla continua ricerca di modelli interpretativi per fornire soluzioni alla grave crisi economica. Crisi che è bene ricordare sta attanagliando non solo l’Italia e i Paesi della Comunità Europea, ma che sta toccando anche le solide economie anglosassoni, a cominciare dal Regno Unito fino ad arrivare oltreoceano, negli Stati Uniti d’America, dove, la rapida crescita del tasso di contagio e il numero dei decessi da covid-19, ha allarmato sia la Casa Bianca sia i diversi stati federali.
Il ricorso alla terminologia bellica, tuttavia, sembra essere andato oltre la semplice metafora e, invece, appare, per molti, fornire una via da seguire nei modelli emergenziali, in particolare quelli riguardanti le misure di «compressione» delle libertà dei cittadini. Ancora una volta sembrano illuminanti le parole di Caruso. L’allievo del giurista Augusto Barbera, nel suo intervento su Giustizia insieme, pone l’accento sulla non appropriatezza del riferimento al conflitto bellico, che tante volte al giorno sentiamo in questo periodo di emergenza, sostenendo che esso è «politicamente improprio non solo per le evidenti diversità delle situazioni ma anche perché la guerra trova una specifica disciplina in Costituzione, la quale ammette, in simili ipotesi, una delega in bianco di potere al Governo (art. 78 Cost.)». Per cui, sebbene non sia regolata a livello costituzionale, l’emergenza sanitaria è ampiamente contemplata nei gangli dell’ordinamento, lo stesso a cui ha fatto ricorso il Consiglio dei Ministri del governo Conte quando ha dichiarato lo stato di emergenza sin dallo scorso 31 gennaio, affidando al Capo della protezione civile il compito di adottare ordinanze in deroga alla legge.
Questi temi saranno trattati durante lo speciale di YTalk attualità di oggi 8 aprile, alle ore 16, con uno dei quattro studiosi che si sono confrontati su Giustizia insieme, il prof. Corrado Caruso. Insieme al direttore di YPeople, Aldo Pio Feoli, modera il dibattito Ernesto D’Avanzo, docente di Digital innovation e processi decisionali all’Università di Salerno.
Saranno proprio i giovani studenti del corso di digital innovation a interagire con il costituzionalista per approfondire i temi del loro percorso riguardante i processi decisionali a cui sono chiamati i responsabili delle organizzazioni del nostro Paese, a cominciare dal governo centrale, passando per i governi regionali, fino ad arrivare alle organizzazioni sanitarie, particolarmente investite dall’emergenza.
Nel loro percorso di studi in digital innovation, i giovani studenti salernitani si stanno confrontando con diversi esperti nazionali, in ambito finanziario, economico, della pubblica amministrazione e della comunicazione, al fine di approfondire i propri temi di studio che riguardano, fra l’altro, le decisioni in condizioni di incertezza, il conflitto fra gruppi interconnessi, come regioni e amministrazioni locali, che sono chiamati a decidere in modalità di emergenza, o le decisioni impreviste e quelle non programmate, il tutto alla luce dei valori e, in generale, dell’etica, come quelli previsti dalla nostra Costituzione. I giovani studenti del Sud sono coinvolti in una maratona con alcuni colleghi dell’Università di Trento, dove altri due docenti di economia, Mariangela Franch e Geremia Gios, stanno coinvolgendo i propri studenti nei dibattiti che li vedono interagire attraverso il format del YTalk e e YPeople.
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