Mi chiamo Socrate, e quest’oggi ho voluto invitare alcuni miei amici a cena per discutere con loro e per fare un esercizio di maieutica, con lo scopo di riscoprire la physis e il logos e il rapporto che questi due hanno. Vediamo, quindi, cosa ne pensano Talete che si occupa quasi esclusivamente di physis, Parmenide che parla di logos ed Eraclito.
“Qual è il tuo pensiero riguardo la physis, Talete?” Così inizio a rompere il ghiaccio una volta fatti accomodare attorno a questa tavola rotonda.
“Esiste, Socrate, un principio che riesce a spiegare il cambiamento della natura e che è sostanza di tutte le cose. Questo è l’acqua. Facci caso, senza di essa nulla esiste. È chiaro come sia questo il motivo dell’esistenza”.
“Credi che, perciò, se dividessimo ogni oggetto, ne uscirebbe dell’acqua, Talete?” Dico.
“In piccole quantità, è possibile”.
“Io credo, piuttosto, che sia bene intendere physis come realtà e, in tal modo, paragonarla all’acqua. È infatti, la realtà, un continuo divenire, un flusso incessante, un mutare certamente governato da una legge. Come l’acqua di un fiume”. Si intromette Eraclito.
“E come puoi essere sicuro che sia sempre identico, se continua a mutare?” Domando.
“Ma passiamo a Parmenide che non ha affatto parlato. Ho sentito che provi un certo piacere a parlare di logos. Esponimi la tua idea al riguardo”.
“Ebbene, la ragione è una delle tre possibili vie da percorrere per arrivare alla verità. Essa indica che l’essere è e non può non essere, e che il non essere non è e non può essere. Perciò va concluso che solo l’essere, esiste.” Termina Parmenide. “E come puoi, tu, stabilire che solo l’essere esiste, se hai pensato al non essere per formulare tale ipotesi?” Parlo io.
“Se posso permettermi, credo che la ragione sia un qualcosa di più ampio. Come accennavo prima, l’acqua di un fiume è controllata da una legge universale, ecco questa è il principio divino, il logos, ma anche la ragione che comprende questa legge, lo è, come pure il linguaggio della verità detto dalla ragione. Lasciatemi condurre, però, un esempio migliore per descrivere la ragione. Il fuoco. Un elemento in continua trasformazione, che cambia sempre, rimanendo uguale a sé stesso, poiché nasce da un qualcosa di distrutto.”
“Credi perciò, Eraclito, che la ragione sia un qualcosa di mutevole?” Intervengo.
“Vorrei esporre i miei dubbi su ciò che è stato detto da Talete precedentemente. Ha concluso che l’acqua dà vita a tutte le cose attraverso il logos, ma ha accennato al fatto che sia una cosa che chiunque può fare, ebbene io credo che sì, la verità sia raggiungibile qualora si ricercasse con il logos, anche se lo potrà fare solo chi darà ascolto e saprà interpretare quest’ultimo”. Prosegue Eraclito.
“Posso precisare che, però, saperlo ascoltare significhi entrare nella via dell’essere e possedere la pazienza di arrivare alla fine di questa strada”. Dice Parmenide.
La discussione, poi, andò avanti con un continuo ribattere da parte degli ospiti. La serata si svolse così, anche se, una volta andati via gli ospiti, ho avuto modo di ripensare alla discussione e ho capito che tutti hanno usato bene il loro pensiero, ma nessuno è arrivato a una conclusione accettabile. Tutti, chi più, chi meno, hanno dei punti deboli nella loro teoria.
Chiara D’Avanzo (studentessa YLab for social and digital innovation)
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