La disillusione etica e l’accettazione della corruzione: un legame profondo

Il dibattito etico è per lo più immagine e sostanzialmente non tocca la realtà delle imprese o delle organizzazioni

Frasi come cquella appena citata oppure come “in Italia si è detto molto, ma si è fatto poco per contrastare il fenomeno della corruzione/concussione” quando pronunciate in determinati contesti possono essere indicatori di disinganno verso il tema etico, con tutte le implicazioni del caso.

In Italia si è detto molto, ma si è fatto poco per contrastare il fenomeno della corruzione/concussione

In una recente ricerca, Elio Borgonovi e Eresto D’Avanzo, hanno rilevato una relazione significativa tra i sentimenti di disillusione, o disinganno, delle persone nei confronti dell’etica e la conseguente accettazione di pratiche di corruzione all’interno delle organizzazioni. Lo studio, pubblicato negli atti della Confererenza Italiana di Management (Sinergie-SIMA), tenutasi a Parma, evidenzia l’importanza di promuovere una cultura dell’integrità nei luoghi di lavoro per combattere la corruzione.

L’attuale sistema competitivo penalizza le imprese che adottano comportamenti etici

Il metodo di ricerca

Gli autori hanno utilizzato una tecnica statistica chiamata Structural Equation Modeling, nota anche come SEM, per analizzare i dati di un  sondaggio condotto tra più di 170 manager italiani. La SEM è un metodo che aiuta i ricercatori a comprendere relazioni complesse tra diverse idee, o variabili (come si usa dire nel llinguaggio statistico). In questo caso, la SEM è stata utilizzata per esplorare come la variabile-idea disillusione, delle persone nei confronti delle pratiche etiche, influenzi la loro tolleranza alla corruzione.

Dallo studio è emerso che quando gli le persone si sentono disincantate dalle discussioni etiche – credendo che siano meramente superficiali o che non influenzino il comportamento reale – sono più propense ad accettare la corruzione come una parte normale del business. Nello specifico, per ogni punto di aumento del sentimento di disillusione etica, risulta  un corrispondente aumento di 0,59 punti della tolleranza alla corruzione. In altre parole  se qualcuno si sente più cinico nei confronti dell’etica, è più probabile che pensi alle pratiche corruttive come accettabili.

Cosa significa questo?

La ricerca ha rivelato che quasi il 35% delle ragioni per cui le persone accettano la corruzione possono essere spiegate dalla loro disillusione nei confronti dell’etica. I risultati sono significativi perché suggeriscono che se le organizzazioni vogliono ridurre la corruzione, devono affrontare i sentimenti di fondo di scetticismo nei confronti dell’etica tra i loro dipendenti.

I risultati dell’indagine suggeriscono alle aziende di lavorare di più per creare una vera cultura etica

Suggerimenti  per imprese e  vita quotidiana

I risultati dell’indagine suggeriscono alle aziende di lavorare di più per creare una cultura etica autentica. Questo implica non solo avere linee guida etiche codificate, su carta si sarebbe detto un tempo, ma anche garantire che tali linee guida siano seguite e apprezzate sinceramente da tutti i membri dell’organizzazione. I dipendenti devono sentire che il comportamento etico è veramente apprezzato e premiato, e non solo una facciata.

Gli autori dello studio sottolineano che combattere la corruzione non significa solo far rispettare leggi e regolamenti; la “lotta” richiede anche un cambiamento culturale. Ciò potrebbe includere programmi di formazione, incentrati sul processo decisionale etico, e iniziative che promuovono la trasparenza all’interno delle organizzazioni.

Il disinganno etico e il contesto culturale in Italia

La ricerca ha considerato anche il contesto socioeconomico unico dell’Italia, dove gli atteggiamenti culturali nei confronti della corruzione, a volte, possono influenzare pesantemente le percezioni. Ad esempio, dai dati e dal modello matematico che li interpreta, sembra che, a volte, i manager italiani potrebbero vedere la corruzione come una parte inevitabile del fare affari, il che può portare ad un’accettazione rassegnata di comportamenti non etici.

Dallo studio di Borgonovi e D’Avanzo, sembra emergere  un’intuizione di fondo: affrontare i sentimenti di disillusione, o disinganno, nei confronti dell’etica nelle organizzazioni potrebbe svolgere un ruolo vitale nella lotta alla corruzione. Promuovendo un impegno genuino verso pratiche etiche, le organizzazioni possono non solo migliorare la propria integrità, ma anche contribuire a un cambiamento culturale più ampio che riduca la tolleranza verso corruzione nella società.

Gli autori dello studio:

Elio Borgonovi è professore senior di management pubblico alla SDA Bocconi.

Ernesto D’Avanzo insegna marketing e organizzazione aziendale all’Università di Trento.

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