Il coronavirus è in Italia. Tra l’isteria generale che si sta trascinando dietro di sé, è giusto dare un’occhiata a dati rilevanti onde evitare allarmismi. Di ieri le parole di Maria Rita Gismondo, direttore analisi del Sacco, che ha cercato di sensibilizzare i media e la popolazione ad abbassare i toni.
A dare informazioni sulla reale pericolosità del coronavirus è lo stesso Ministero della Salute, come riportato nelle FAQ sul proprio sito ufficiale: “Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache”.
L’epidemia proveniente dalla Cina è sì contagiosa, ma allo stesso tempo non letale. Giusto prendere precauzioni, perché il CODIV-19 è un virus nuovo per il quale la popolazione mondiale non possiede gli anticorpi e non esiste ancora un vaccino, a differenza della normale influenza.
È utile un’analisi dei dati che ci aiuti a superare l’isteria del momento, per cercare di comprendere i reali livelli di rischio sulla popolazione italiana. Il tutto senza minimizzare la minaccia che il coronavirus può rappresentare.
Basti pensare che, secondo i dati ufficiali dell’Istituto Superiore della Sanità, il numero di casi di influenza stimati in questa settimana è pari a circa 656.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 5.632.000 casi (2020).
In attesa di dati rilevanti sulla diffusione del nuovo CODIV-19 rivediamo i dati sull’andamento dell’influenza della stagione in corso.
La rilevazione dei dati delle sindromi influenzali (InfluNet) è iniziata, come di consueto nella 42esima settimana del 2019 e terminerà nella 17esima settimana del 2020, salvo ulteriori comunicazioni legate alla situazione epidemiologica nazionale.
Nella 7a settimana del 2020, il numero di casi di sindrome simil-influenzale continua a diminuire dopo aver raggiunto il picco stagionale nella quinta settimana del 2020.
Di seguito è riportato un riepilogo degli indicatori disponibili:
- Casi gravi: alla 7a settimana della sorveglianza sono stati segnalati 157 casi gravi di cui 30 deceduti.
- Mortalità: durante la 6a settimana del 2020 la mortalità (totale) è stata lievemente inferiore al dato atteso, con una media giornaliera di 217 decessi rispetto ai 238 attesi.
- InfluWeb: durante la 7a settimana del 2020, circa il 68% dei casi di sindrome simil-influenzale riferisce di non essere stato visitato da un medico del Servizio sanitario nazionale ma di aver avuto una sindrome simil-influenzale.
- InfluNet-Epi: nella 7a settimana del 2020 l’incidenza totale è pari a circa il 10,87 casi per mille assistiti.
- InfluNet-Vir: durante la settimana 07/2020 di sorveglianza virologica, rimangono prevalenti i virus di tipo A (68%), in particolare appartenenti al sottotipo A(H3N2). Nel complesso, dall’inizio della stagione ad oggi, i ceppi A(H3N2) hanno rappresentato il 58% dei ceppi A sottotipizzati.
I dati sul coronavirus in Italia ci dicono che, al momento, sono stati rilevati 219 contagiati di cui 5 morti. Le vittime erano tutte over 65.
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