La recensione e il commento del film “The Founder“, incentrato sulla figura di Ray Kroc, fondatore della McDonald’s Corporation. La pellicola narra, dal punto di vista di Kroc, le vicissitudini che hanno portato alla creazione di uno dei brand più famosi al mondo, inizialmente nato dall’idea dei due fratelli Dick e Mac McDonald.
A commentare il film gli studenti del YLab for social and digital innovation, Cristina Consalvo e Valerio Autuori, insieme ai due appassionati e amici di YTalk Cinema, Filomeno Napolitano e Gianmarco Santoro.
YTalk Cinema: la recensione del Film “The Founder”
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Ambientato tra gli anni ’50 e ’60, il film racconta, dal punto di vista del protagonista Ray Kroc, la storia che c’è dietro alla famosa catena di fast food McDonald’s. Centrale nel film è la perseveranza del protagonista che, da ‘infelice’ venditore di frullatori, diventa, nel corso della pellicola, con spietata determinazione e privo di scrupoli, Presidente e Amministratore Delegato della McDonald’s Corporation. Dick e Mac McDonald sono i pionieri del “sistema espresso” che contraddistingue la loro attività di San Bernardino. Un’attività dal grande potenziale non sfruttato a dovere, fin da subito intercettato da Kroc, il quale, con sagacia e determinazione, riesce a diventare socio dei due fratelli.
Forse il fiuto per gli affari, oppure semplicemente il voler provarci un’ultima volta, ma, tra un fallimento e l’altro, Ray entra a far parte, non del tutto, della famiglia McDonald, aprendo gli occhi ai due fratelli sul mondo delle affiliazioni. Comincia una scalata verso il successo, ostacolata in parte dalla volontà dei McDonald di rimanere ancorati alle vecchie abitudini e ai prodotti tradizionali.
Da San Bernardino al mondo intero, Kroc pensa a McDonald’s come ad un concetto, alla nuova chiesa americana. “Se non volete farlo per voi, fatelo per la nazione, fatelo per l’America”, frase emblematica all’interno della pellicola. Evidente è la pluralità di visione di Kroc rispetto agli altri due. Ciò che Kroc cita e intravede già dal primo incontro con McDonald’s, è la potenzialità del concetto di brand, dal nome a quegli archi dorati che unendosi formeranno uno dei loghi più riconoscibili del mondo.
Interessante il discorso sulla moralità e sull’etica, al di fuori della visione cinematografica, sul comportamento di Ray Kroc, che apre a visioni contrastanti. Ad un certo punto del film, vediamo aumentare sempre più l’amoralità, che rende il protagonista un “animale sociale” pronto a qualsiasi cosa pur di raggiungere il proprio obiettivo. Anche a fingere un accordo con stretta di mano, ovviamente mai mantenuto. Kroc è la rappresentazione dell’ambizione dell’uomo, raggiungibile tramite processi decisionali che a volte devono scontrarsi con valori etici e morali. Giungere a compromessi, dal punto di vista di Kroc, è quasi inevitabile per raggiungere l’apice.
Kroc non ci sarebbe mai riuscito senza l’intervento di due personaggi che potremmo definire, secondo gli archetipi, dei maghi. I cosiddetti aiutanti. Sono Harry Sonneborn, che gli suggerisce di investire sui terreni sui quali poggiano i ristoranti McDonald’s, e Joan Smith, inizialmente amante e poi moglie del protagonista.
Menzione alla sceneggiatura e alla troppa linearità nel proporre la storia, Hancock ha osato troppo poco in alcuni punti, come in altri film girati dal regista (Bad Boys II). Al termine del film, si riscontra nella figura di Ray la dualità che lo contraddistingue, genio degli affari ed opportunista. Una dicotomia che divide la pubblica opinione, ma che ha reso Ray Kroc uno degli uomini più influenti al mondo dell’ultimo secolo.
Recensione di Cristina Frasci, studentessa YLab for social and digital innovation
GUARDA LA 2ª PARTE DI YTALK CINEMA:
https://youtu.be/SThwmXihHTM
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