Il bullismo nelle scuole è un fenomeno allarmante e ancora oggi sottovalutato. Ad essere coinvolti in atti di bullismo sono soprattutto bambini e adolescenti. Questi atti, a lungo andare, portano spesso le giovani vittime a lasciare la scuola o a vivere in un clima di terrore.
Abbiamo deciso di effettuare un’indagine sociale attraverso un questionario e di diffonderlo ad individui di un’età compresa tra i 7 e i 23 anni garantendo loro l’anonimato.
Cos’è il bullismo? Il bullismo a scuola. Il bullismo è un reato? Violenza fisica e psicologica
Molte persone pensano che questo fenomeno si manifesti esclusivamente attraverso atti di violenza fisica; in realtà non è così poiché anche compromettere l’immagine della vittima attraverso prese in giro, isolamenti e pettegolezzi è considerato un atto di bullismo. Il bullismo psicologico è estremamente pericoloso e porta la vittima ad una sofferenza mentale tale da non renderla capace di denunciare gli atti subiti, ancor di più che nel caso di violenza fisica. La vittima ha un vero e proprio terrore di andare a scuola, può iniziare a manifestare ansia e attacchi di panico o veri e propri episodi di depressione e disturbi dell’alimentazione.
Questi grafici ci mostrano che più del 60% delle persone che hanno risposto alle nostre domande sono state prese in giro dai propri compagni e che poco più della metà ha dovuto affrontare la diffusione di pettegolezzi sul proprio conto.
Bullismo e cyberbullismo
A causa dell’avvento dei social network problematiche comportamentali come il bullismo si sono trasferite, diffuse ed adattate ai nuovi mezzi di comunicazione. Infatti spesso i social sono utilizzati per postare foto o video imbarazzanti per la vittima, oppure diffondendo notizie false per danneggiarne la reputazione. Post sui social e gruppi diffamatori raggiungono velocemente un gruppo elevato di persone e aumentano l’isolamento della vittima. Sono sempre più diffusi, inoltre, gli episodi di minacce verbali in cui i bulli promettono di infliggere violenza fisica o augurano addirittura la morte. Questi comportamenti sono estremamente pericolosi e spesso possono portare al suicidio delle vittime.
Il 38,9% delle persone è stata vittima di minacce verbali o virtuali, è poco meno della metà, certo, ma è comunque un numero considerevole che ci preoccupa particolarmente.
Chi è il bullo 2.0?
Quello che possiamo chiamare il “bullo 2.0” è, quindi, colui che mira a far del male alla vittima psicologicamente piuttosto che fisicamente. Generalmente i bulli, dietro la loro apparente sicurezza, mostrano dei problemi relazionali destinati a peggiorare con il trascorrere del tempo se le loro modalità relazionali non cambiano.
Sono pochi (21,2%) coloro che sono state vittime di violenze fisiche da parte dei propri compagni; questo ci induce a comprendere realmente quanto il bullismo con l’avanzare del tempo e attraverso il progresso della tecnologia si sia evoluto.
Il ruolo del gruppo
Ci sono alcuni fattori che possono innescare o sostenere atti di bullismo, uno di questi è il gruppo. Il supporto di altri compagni rappresenta un ottimo rinforzo per i propri comportamenti aggressivi ed inoltre, attraverso il gruppo, si riesce ad influire ancor più negativamente sulla vittima rispetto a quanto potrebbe fare un solo individuo, facendola sentire sola più che mai.
Il 37,2% degli individui è stato escluso di proposito da attività di gruppo; il 19,5% non sa se sia stato fatto di proposito o meno, ma il dubbio è presente.
Soluzioni al bullismo?
Attraverso questo questionario abbiamo compreso ciò che più temevamo: il bullismo è una realtà ancora molto diffusa al giorno d’oggi. Abbiamo inoltre appreso quanta poca informazione ci sia a riguardo.
Infatti il 57,7% delle persone che si sono sottoposte al questionario ha risposto alla domanda qui di fianco riportata spuntando la voce “non ho mai subito atti di bullismo”.
Ebbene queste stesse persone hanno risposto affermativamente a domande quali “Sei mai stato oggetto di prese in giro da parte di uno dei tuoi compagni?” – o ancora – “Sei mai stato vittima di minacce verbali o virtuali?”.
Questi individui sono stati in realtà vittime di atti di bullismo inconsapevolmente; per questo motivo pensiamo che bisognerebbe sensibilizzare maggiormente le persone su questo fenomeno per far sì che chiunque possa comprendere la gravità di questi atti e le rispettive conseguenze, ma soprattutto per far comprendere alle giovani vittime che non sono sole e che è possibile denunciare queste manifestazioni per poter avere un aiuto da chi di dovere.
Indagine sociale realizzata dagli studenti del YLab for social and digital innovation Bini Giulia, Buonocore Francesco, Dell’Aglio Salvatore, Gassirà Maria Assunta, Iannone Alessia, Melchionda Anastasia, Petrillo Domenica, Roscigno Luisa, Savarese Valentina, Trippa Giovanna
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