Quella delle ferie estive dei cittadini è una delle numerosissime urgenze che i governi europei sono impegnati ad affrontare in questa fase 2 dell’emergenza sanitaria da covid-19. Oltre al suo ruolo che ha per i cittadini la vacanza estiva, in questo momento anche simbolico, dopo più di due mesi di lockdown, le politiche che metteranno in campo i vari governi potrebbero rappresentare un tentativo per riavviare e salvare, almeno in parte, l’industria turistica che la pandemia, ancora in corso, ha praticamente paralizzato.
Il turismo, come è noto, rappresenta più del 10% della produzione europea
Il turismo, come è noto, rappresenta più del 10 percento della produzione europea. L’economia legata ai servizi turistici, inoltre, offre lavoro a milioni di persone, compresi i più giovani che, spesso, ricorrono ai lavori stagionali dell’industria turistica per cumulare qualche risparmio da usare per i loro studi o qualche piccolo svago. In tal senso, gli Stati membri dell’UE stanno cercando di adottare i provvedimenti adeguati per bilanciare economia e salute, cercando di permettere il godimento di uno dei diritti dei tanti diritti bloccati dal virus Sars-cov-2 in questi mesi di lockdown. In tale direzione si stanno muovendo la Germania e l’Austria cercando di favorire una riapertura graduale delle frontiere, ma ricorrendo a controlli casuali, almeno fino a metà giugno, quando, speriamo tutti, potrà riprendere la libera circolazione.
In Italia, secondo il report Eurostat, nel 2017 circa il 20 per cento dei cittadini ha preferito la meta di vacanza all’estero mentre il restante 80% si è rivolto ai molteplici servizi turistici presenti nel Belpaese
Eurostat, l’Ufficio di Statistica dell’Unione Europea, in un recente report, descrive i comportamenti e le preferenze dei cittadini dell’UE, fotografati rispetto all’anno 2017. Il grafico sotto, fornito da STATISTA, riproduce, in maniera sintetica, il comportamento di viaggio dei cittadini di alcuni Stati membri, dove nei Paesi che guidano la classifica della vacanza in casa, come si può notare, la maggior parte dei vacanzieri raramente preferisce lasciare il proprio Paese. A guidare il primato del viaggio domestico c’è la Spagna, dove, probabilmente, le bellezze delle sue coste, da Nord a Sud, fanno in modo che solo il 9.4 per cento dei viaggiatori preferisce una meta di vacanza estera. A seguire, nel primato del viaggio domestico, c’è la Francia. Circa il 13 per cento dei vacanzieri d’Oltralpe si rivolge all’estero per il proprio viaggio vacanza, mentre l’87 per cento preferisce la meta nazionale.
In Italia, secondo il report Eurostat, nel 2017 circa il 20 per cento dei cittadini ha preferito la meta di vacanza all’estero mentre il restante 80% si è rivolto ai molteplici servizi turistici presenti nel Belpaese, che, è bene ricordarlo, oltre ad avere quasi o mila km di coste, per gli amanti del mare, ha migliaia di località di montagna e luoghi d’arte che fanno parte della propria offerta turistica.
l’anomalia del Belgio – 80% di viaggi all’estero
Gli osservatori di Statista fanno notare l’anomalia del Belgio, con il suo 80% di viaggi all’estero, spiegando la scelta con la posizione geografica, al confine con Francia, Lussemburgo, Germania e Paesi Bassi. Grazie alla sua posizione, infatti, i belgi possono raggiungere, con il minimo sforzo, diversi Paesi sia per vacanze sia per affari. Va poi considerato che la capitale del Paese, Bruxelles, sede degli organi di governo dell’UE e di diversi istituzioni internazionali, ha anche di un collegamento ferroviario ad alta velocità con Londra attraverso il tunnel sotto la Manica, rendendo semplice e veloce il collegamento con il Regno Unito che, gode, a sua volta, di un altrettanta “via di fuga” verso il vecchio Continente.
Leggi anche:
Le nuove abitudini di vita durante l’emergenza Covid-19
La fiducia dei cittadini nelle istituzioni durante l’emergenza Covid-19