Gorgia fu un filosofo sofista che naque 485 in Sicilia e morì a 109 anni in Tessaglia.
Una parte fondamentale del pensiero di Gorgia fu il nichilismo, ovvero la negazione delle convinzioni di Parmenide. In particolare affermò che nulla esiste, nel caso in cui esistesse, non sarebbe conoscibile dall’uomo. Se anche fosse conoscibile, sarebbe incomunicabile.
Sostenendo che “nulla esiste”, vuole negare la pensabilità dell’essere, e sostenere quanto sia impossibile concettualizzare la realtà in base ai nostri sensi.
Se esistesse, noi non potremmo conoscerla, perché la nostra mente non è una copia della realtà, visto che se pensiamo l’inesistente vuol dire che la mente non rispecchia totalmente la realtà.
Non sarebbe, infine, spiegabile a parole, perché il linguaggio non è adatto ad esprimere la realtà.
Il potere delle parole
Gorgia considera la retorica, la cosa in grado di dominare gli stati d’animo.
“la parola riesce a domare la paura e ad eliminare il dolore, a suscitare la gioia e ad aumentare la pietà.”
Gorgia vedeva la vita come un percorso misterioso, e le azioni dell’uomo le vede come spinte dalle circostanze, dalle passioni e perfino dal destino. Questo non renderà mai gli uomini, colpevoli delle proprie azioni, perché mossi da situazioni superiori.
Possiamo renderci conto di questo nell’Encomio di Elena, un testo scritto per scagionare Elena di Troia per aver causato la guerra. In cui afferma:
“Fece ciò che fece per volere del Caso e degli dei, o rapita a forza, o convinta da discorsi o presa dall’amore.”
In ogni caso ella non è colpevole di ciò che è stato fatto per uno di questi motivi.
Ammette però alla fine di aver scritto tale trattato per puro gioco dialettico, dimostrando quanto le parole siano in grado di influenzare l’anima:
“La parola è un gran dominatore che con piccolissimo corpo divinissime cose sa compiere; riesce infatti a calmar la paura, a eliminare il dolore, a suscitare la gioia, ad aumentar la pietà.”
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