Empodocle: Frasi, Pensiero, Vita e Frammenti

Nel quinto secolo a.C. naque, ad Agrigento, da una famiglia nobile, il filosofo Empedocle. Fu molto amato dai cittadini della sua città, da cui ricevette l’offerta di governare a città, che però rifiutò.

Secondo Aristotele, Empedocle morì a 60 anni, mentre altri autori affermano che visse fino all’età di 109 anni. La data della sua morte rimane tutt’ora un mistero.

Il pensiero di Empedocle

Egli, come Anassagora e Democrito, fu un pluralista, ovvero un sostenitore dell’idea che esistono più princìpi, che si trovano, in quantità diverse, in ogni cosa. Egli riconosce tali elementi originari nell’acqua, nell’aria, nella terra e nel fuoco, che poi chiamerà “radici di tutte le cose”, dato che l’unione e la divisione di queste sostanze immutabili e eterne, indicano la nascita o la morte.

Questo movimento degli elementi avviene secondo due forze contrarie che chiama “Amore e Odio”, che insieme formano un ciclo cosmico diviso in 4 fasi in cui si alternano la presenza incontrastata di uno o dell’altro, che porterà ad uno stadio di non vita, e la presenza di entrambe che genererà la vita

Queste due forze sono, perciò, entrambe necessarie, poichè attraverso di loro Empedocle ricerca le leggi del divenire, di cui possiamo avere conoscenza.

La conoscenza secondo Empedocle: “il simile conosce il simile”

Empedocle pensava che, attraverso uno scambio di effluvi che trasmettono e ricevono tutte le cose, il simile conosce il simile. Ammesso che ogni ente sia composto da tutte le quattro radici di cui abbiamo parlato precedentemente.

In questo modo riusciamo a capire il seguente frammento:

“…Con la terra infatti vediamo la terra. L’acqua con l’acqua. Con l’aria l’aria divina. E poi col fuoco il fuoco distruttore. Con l’amore l’amore, e la contesa con la contesa funesta.”

Frammenti di Eraclito

Egli ci ha anche scritto due opere, di cui ci sono giunti vari frammenti:

“Ma un’altra cosa ti dirò: non vi è nascita di nessuna delle cose mortali, né fine alcuna di morte funesta, ma c’è solo mescolanza e separazione di cose mescolate, ma il nome di nascita, per queste cose, è usato dagli uomini.”

“A vicenda predominano nel ciclo ricorrente periscono l’uno nell’altro e si accrescono nella vicenda del loro destino. Questi soli, appunto, sono gli elementi, ma , precipitando l’uno nell’altro, nascono gli uomini e le altri stirpi di fiere, una volta riuniti a opera dell’Amicizia in un solo cosmo, una volta separati ciascuno per sé a opera dell’odio della Contesa.”

Chiara D’Avanzo (studentessa YLab for social and digital innovation)

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