I primi due casi di Coronavirus in Italia, una coppia di turisti cinesi, sono stati confermati il 30 gennaio dall’Istituto Spallanzani, dove sono stati ricoverati in isolamento dal 29 gennaio. Il 26 febbraio sono stati dichiarati guariti. Il primo caso di trasmissione secondaria si è verificato a Codogno, Comune della Lombardia in provincia di Lodi, il 18 febbraio 2020.
Covid-19: le misure restrittive del Governo Italiano e del Presidente Giuseppe Conte
Il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge il 23 febbraio 2020 con misure restrittive per il divieto di accesso e allontanamento nei comuni dove sono presenti focolai e la sospensione di manifestazioni ed eventi. Successivamente sono stati emanati i seguenti decreti attuativi: il Dpcm 25 febbraio 2020, il Dpcm 1° marzo 2020, il Dpcm 4 marzo 2020, il Dpcm 8 marzo 2020, il Dpcm 9 marzo 2020 #Iorestoacasa, il Dpcm 11 marzo 2020 che chiude le attività commerciali non di prima necessità.
In seguito con il DPCM 10 aprile 2020 tutte le misure sono state prorogate fino al 3 maggio. Il Dpcm ha permesso la riapertura dal 14 aprile dei negozi per neonati e bambini, librerie e cartolibrerie. Tutto ciò ha caratterizzato la “Fase 1” del contenimento del contagio. Infatti, con il DPCM 26 aprile 2020 sono specificate le misure per il contenimento dell’emergenza Covid-19 della cosiddetta “Fase 2”. Le disposizioni del decreto sono state applicate a partire dal 4 maggio 2020 in sostituzione di quelle del DPCM 10 aprile 2020 e sono efficaci fino al 17 maggio 2020, a eccezione di quanto previsto per attività di imprese, che si applicano dal 27 aprile 2020 cumulativamente.
Come hanno reagito i cittadini alle misure del Governo? Qual è stato il comportamento dei cittadini durante l’emergenza Covid-19?
L’analisi è stata effettuata in un momento in cui il nostro Paese si trova in difficoltà a causa dell’emergenza COVID-19. Le prime domande del questionario che abbiamo sottoposto al nostro campione riguardano soprattutto l’analisi del pensiero degli utenti in merito alle restrizioni e se siano state rispettate a pieno o meno.
Da un primo riscontro, il 58,8% ritiene che siano abbastanza efficienti e di riuscire a seguirle molto adeguatamente (75,7%) riscontrando poche difficoltà a metterle in atto. Generalizzata risulta poi la fiducia nelle istituzioni locali dato che alla domanda circa la possibilità di rendere reperibili i mezzi di protezione individuali, da parte dei comuni, la metà degli intervistati si ritiene abbastanza soddisfatta.
Dall’analisi risulta che il 75,7% degli esaminati ritiene di star seguendo adeguatamente le misure restrittive, il 20,7% abbastanza, il 3% poco e lo 0,6% per nulla.
Il 40,2% ritiene di star riscontrando poche difficoltà nel rispettare le ordinanze governative, imposte dalla legge, il 29,6% non sta riscontrando difficoltà, il 23,1%riscontra abbastanza difficoltà nel rispettare le restrizioni, mentre solo il 7,1% sostiene di star riscontrando molta difficolta nel rispettare le restrizioni.
L’informazione ai tempi del Covid-19: come si informano i cittadini su tv, social network e giornali online?
Nelle proprie percezioni del rischio e informazioni in merito al covid-19 il campione testato indica una notevole conoscenza dell’argomento, infatti la maggior parte dei cittadini è al corrente anche dei sintomi da infezione, merito di certo della massiccia informazione offerta, che si divide tra il chi la segue in TV e una buona percentuale di chi invece cerca le notizie sui social network a dimostrazione del peso assunto oggi da essi nell’ambito delle news.
I campioni esaminati risultano, per il 64,5% abbastanza informati sull’argomento, il 30% ritiene di essere molto informato, il 4,1% poco mentre l’1,2% per nulla.
Il mezzo attraverso il quale si raccolgono maggiori informazioni è per il 51,5% la televisione, poi il 44,4% social media e internet, mentre solamente l’1,8% e il 2,4% acquisiscono informazioni da quotidiani o altro.
Quanto il Covid-19 ha cambiato le abitudini degli italiani?
La conseguenza in fatto di abitudini dei singoli individui trova poi un notevole cambiamento come testimoniano il 34,9% che dice “abbastanza” e il 47,9% che afferma “molto”, per un totale dell’ 82,8%. Nello specifico poi è stato chiesto dei comportamenti della vita quotidiana come ad esempio “portare a spasso il proprio animale domestico“, la quasi totalità, rimane entro il raggio di 100 metri dalla propria abitazione, oppure si è domandato “come ci si deve comportare quando si va a fare la spesa” e, riscontriamo un 63,3% che acquista il necessario per una settimana dimostrando una sensibilità diffusa a ridurre al minimo le situazioni di assembramento.
In conclusione nella sezione dedicata alle risposte aperte diverse sono state le proposte fatte per indicare quali ulteriori misure si potrebbero adottare per salvaguardare i cittadini e queste si riconducono all’aumento dei controlli, del personale e sanzioni da parte delle forze dell’ordine, al ridimensionamento del numero di attività aperte lasciando solo quelle alimentari e farmaceutiche, alla regolarizzazione delle presenze ai supermercati per ridurne il numero giornaliero, al supporto materiale e psicologico alle famiglie fino all’aumento dei controlli e test sanitari nonché una migliore informazione in merito a tutti gli aspetti dell’emergenza.
Le abitudini degli individui, in seguito all’emergenza, sono cambiate per il 47,9% molto, per il 34,9% abbastanza, per il 14,8% poco e per il restante 2,4% non sono cambiate per nulla.
Gli esaminati al supermercato per il 63,3% acquistano il necessario per una settimana, il 34,3% sovraccarica il carrello e il restante 2,4% non si preoccupa di acquistare abbastanza cibo.
Indagine realizzata da Lavinia di Lauro, Francesco Annunziata, Rita Patente, Miriana Panizzo, Lorenza Pappalardo, Erminia Masullo, Chiara Merolle e Claudia Salvati (studenti YLab for social and digital innovation)
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