Ad una trentina di chilometri a sud-est di Avellino si erge Montella, piccolo borgo al limitare del Parco dei Monti Picentini, ricco di acque e cascate ma anche di luoghi di interesse storico come il castello del Monte, il complesso conventuale San Francesco a Folloni, o il Santuario del Santissimo Salvatore, solo per fare alcuni esempi.
Come tutti i paesi dell’Irpinia, dunque, Montella offre degli scorci ricchi di storia e cultura.
L’Irpinia è anche famosa, però, per le sue prelibatezze culinarie e, fra queste troviamo le “castagne del Prete”.
Le “Castagne del Prete”: cosa dice la leggenda
Secondo la leggenda un prete inventò questo modo delizioso di preparare le castagne senza nemmeno rendersene conto, per un piccolo incidente “di percorso”.
Stava infatti tornando nel convento e aveva caricato vari sacchi di castagne sul dorso dell’asino; l’asino non resse il troppo peso e inciampò facendo cadere le castagne nel torrente sottostante il sentiero. Il prete, senza perdersi d’animo, raccolse dall’acqua tutte le castagne, le portò al convento e le mise nel forno per farle asciugare. In questo modo le castagne diventarono croccanti all’esterno ma morbide all’interno dando un gusto molto particolare e unico alla castagna.
Quasi sicuramente la leggenda è servita per spiegare le varie fasi necessarie per la preparazione delle castagne; sta di fatto che ancora oggi sono una delle prelibatezze proposte in Irpinia e non solo.
Le “Castagne del Prete”: Le tre fasi chiave della loro preparazione
Prima fase: l’essicazione.
Le castagne appena raccolte sono un po’ umide e quindi, per prima cosa, vengono sottoposte a essicazione. Questo procedimento prevede che vengano poste in un “gratale“, ossia una struttura di due piani con pavimento di assi in legno, dove vengono lasciati per circa 15 giorni. Al piano inferiore di questa struttura viene arso il legno di castagno e questo fa sì che le castagne poste sopra e continuamente rivoltate, perdano la loro umidità e acquisiscano un sapore simile all’affumicato.
Seconda fase: la tostatura.
In questa fase è previsto che le castagne vengano tostate in un forno ventilato a 180° per una mezz’ora circa.
Terza fase: reidratazione.
L’ultima fase, che traghetta le castagne ai consumatori finali, prevede che vangano idratate. Le castagne vengono messe in ammollo in acqua oppure in una miscela di acqua e vino per circa 7 giorni.
Sono poi pronte per essere consumate!
Vari modi per assaporarle
Inutile dire che le castagne del prete possono essere semplicemente sbucciate e assaporate così. Il loro sapore è morbido, pieno e richiama i profumi delle serate autunnali trascorse con i cari vicino al caminetto.
In alternativa si possono usare per cucinare diverse ricette semplici e saporite. La loro peculiarità è che possono accompagnare sia piatti dolci che salati.
Sono infatti utilizzate nei dessert a base di castagne ma anche per la preparazione di antipasti, primi e secondi piatti come, ad esempio, la zuppa di castagne e ceci, oppure la zuppa di castagne, fagioli e funghi porcini.
Come si conservano le castagne del prete?
Si possono conservare sia crude che cotte, sotto forma di caldarroste o lesse, raffreddate e congelate nei sacchetti alimentari. Quelle crude durano all’incirca 2/3 mesi, mentre quelle cotte anche fino a un anno.
Una curiosità non di poco conto!
Pare che le castagne del prete siano tra le più amate dalle donne in gravidanza grazie al fatto che siano ottima fonte di acido folico, vitamina fondamentale e spesso da integrare durante la gravidanza, appunto.
Inoltre, oltre ad essere buone e sane, aiutano anche ad alleviare i bruciori di stomaco, tipici della gravidanza.
Insomma, nessuna controindicazione!
E voi? Le avevate mai provate?
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