Parthenope, Sorrentino e l’eredità esoterica dei di Sangro

Sorrentino scava nella profondità dell’animo umano

Parthenope, Sorrentino e Raimondo di Sangro, principe di San Severo

Paolo Sorrentino, con il suo stile visionario e ricco di simbolismi, ci ha abituati a film che scavano nelle profondità dell’animo umano.

Parthenope, il suo ultimo film, non fa eccezione. Nella sua opera cinematofrafica, la famiglia della protagonista porta il cognome di Sangro, un chiaro riferimento al celebre principe di Sansevero, figura di spicco della cultura napoletana del XVIII secolo, noto per i suoi interessi alchemici, esoterici e scientifici.

Il Principe di Sansevero: un alchimista tra mito e realtà

Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, è stato un personaggio enigmatico e, talvolta, controverso. Accusato di eresia e magia nera, è stato anche celebrato come un genio anticipatore dei tempi. La sua Cappella, nel cuore di Napoli, adiacente Piazza San Domenico Maggiore, è un vero e proprio scrigno di misteri, dove sculture enigmatiche, come il Cristo velato, e simboli alchemici si intrecciano, dando vita a un luogo che ha alimentato leggende e fantasie per secoli.

L’esoterismo napoletano: un tema antico e ricco di simboli

Napoli, città millenaria e ricca di storia, è stata da sempre un crogiuolo di culture e credenze che hanno cercato di illuminare le componenti più recondite dell’Uomo. L’esoterismo napoletano, con le sue radici nella tradizione alchemica, cabalistica e massonica, ha permeato la cultura popolare, influenzando l’arte, la letteratura e la vita quotidiana.

Parthenope: eredità familaire, occulto, rapporto fra individuo e società

Parthenope: un’allegoria esoterica?

Nel film di Sorrentino, la famiglia di Sangro sembra incarnare un’eredità occulta e complessa. Gli eventi che si susseguono, i personaggi ambigui e le atmosfere cariche di tensione suggeriscono la presenza di un mistero nascosto, di un segreto di famiglia, che affonda le radici nel passato. E’ come se il regista, attraverso la famiglia dei di  Sangro, volesse esplorare temi più profondi. Il primo tema, ad esempio, sembra essere l’eredità familiare: il peso del passato e l’impossibilità di sfuggire alle proprie origini. Il secondo tema che sembra emergere riguarda proprio l’occulto e il soprannaturale: la presenza di forze misteriose che influenzano la vita degli uomini. Un terzo tema, ma non ultimo, riguarda il rapporto tra individuo e società: la difficoltà di conciliare le proprie aspirazioni personali con le aspettative della comunità.

Parthenope, la chiave di lettura

Il titolo del film, “Parthenope”, rimanda al mito della sirena che fondò la città di Napoli. La sirena, creatura metà donna e metà pesce, rappresenta un archetipo potente, simbolo di seduzione, pericolo e conoscenza proibita. In questo contesto, Parthenope, il personaggio del  film questa volta, non il mito, che è antico, potrebbe essere vista come una metafora dell’eredità esoterica dei di Sangro, una forza potente e affascinante ma anche pericolosa.

Il mito della sirena tra simboli e personaggi

Napoli è una città marittima, e il mare è un altro tema di fondo nell’opera  di Paolo Sorrentino. In Parthenope, potrebbe rappresentare l’inconscio che, simile all’acqua del mare, simboleggia un abisso profondo e inesplorato, pieno di misteri e, perchè no, di potenzialità. Il mare è spesso associato anche al destino, a ciò che ci trascina e ci porta lontano dalle nostre coste, metafora, questa volta, dei confini umani. Poi c’è la creatura del mare, le sirena, Parthenope, legata al concetto di trasformazione e metamorfosi. Temi che richiederebbero altrettanti approfindimenti.

Il principe di Sansevero come archetipo?

Il principe di Sansevero, con le sue passioni per l’alchimia, l’anatomia e l’esoterismo, rappresenta un archetipo dell’intellettuale inquieto e anticonformista, che cerca di svelare i misteri della natura e dell’esistenza. Questa figura, carica di fascino e mistero, si presta a essere riletta in chiave moderna, e  proiettata sui personaggi di un’opera cinematografica come Parthenope.

Il fratello della protagonista porta lo stesso nome del principe di Sansevero, Raimondo. Questa scelta non sembra essere casuale. Raimondo, nel film, è un personaggio tormentato, ossessionato dalla morte e dalla decadenza. Potrebbe rappresentare una sorta di alter ego del principe, un’incarnazione, o re-incarnazione, delle sue pulsioni più oscure.

la famiglia di Sangro  come una sorta di dinastia che custodisce un sapere antico e proibito

La famiglia di Sangro

Nel film, la famiglia di Sangro, è avvolta da un’aura di mistero e segretezza. Potrebbe essere vista come una sorta di dinastia che custodisce un sapere antico e proibito, forse un’eredità pesante da portare avanti.

la protagonista ista come una discendente spirituale del Principe

La protagonista, pur non essendo una scienziata o un’alchimista, come il principe, è legata a questa figura attraverso il suo cognome e la sua storia familiare. Potrebbe essere vista come una discendente spirituale del principe di Sangro, una donna che cerca di comprendere il proprio passato e di liberarsi dalle catene della sua eredità.

Ci sono altri aspetti che meriterebbero un maggiore approfondimento, ma che esulano da questo breve commento dell’opera di Paolo Sorrentino. Anzitutto, sia il Principe sia alcuni personaggi del film sembrano essere attratti dall’occulto, dal mistero e dalle forze soprannaturali. Sia il principe sia i personaggi del film, sono alla ricerca di una conoscenza superiore, di una verità nascosta, al di là delle apparenze, e sembrano vivere in una condizione di isolamento, sia fisico che psicologico. La morte, poi, è un tema ricorrente sia nelle opere del principe di Sansevero sia nel film di Sorrentino. Entrambi sembrano essere ossessionati dalla caducità della vita e dalla inevitabilità della fine, proiettati in una sorta di rinascita.

Allegorie, ombre e l’omaggio del regista al principe

Il film Sorrentino potrebbe essere letto come un’allegoria della storia della famiglia di Sangro, un modo per esplorare le conseguenze di un’eredità oscura e complessa. La figura del principe potrebbe agire come un’ombra che incombe sui personaggi del film, influenzando le loro azioni e le loro scelte. Sorrentino potrebbe aver voluto rendere omaggio a una figura così importante per la cultura napoletana, creando un ponte tra passato e presente.

Onore al Maestro Sorrentino!

 

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