Chi era Oppenheimer
J. Robert Oppenheimer è stato un brillante fisico teorico che ha lasciato un’impronta nella nostra storia non soloper la sua dedizione per la scienza ma anche per il suo impegno politico- sociale mostrato a cominciare dalla fine della guerra.
Dopo gli studi ha proseguito la carriera scientifica nell’ambito della fisica quantistica e dell’elettrodinamica, fino ad assumere posizioni di grande rilievo nell’ambiente accademico e nella comunità scientifica internazionale.
Il contributo maggiore per cui è conosciuto è legato al Progetto Manhattan, un’impresa scientifica e strategica svoltasi durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha visto Oppenheimer alla guida del team di scienziati impegnati nello sviluppo della prima bomba atomica.
L’angoscia di Oppenheimer
Come si accennava sopra, dopo la guerra, Oppenheimer ha continuato ad affrontare le questioni legate all’etica e alla responsabilità scientifica. Egli è stato coinvolto in diverse controversie politiche tanto da lasciare un’eredità intellettuale e morale piuttosto complessa.
Nel suo film, Nolan riprende una celebre citazione attribuita a Oppenheimer “Adesso sono diventato morte, il distruttore di mondi”, che cattura l’angoscia etica che lo scienziato sentì dopo aver assistito alla potenza distruttiva e agli effetti dell’arma nucleare che aveva contribuito a creare.
Bhagavad Gita: la radice sanscrita della citazione di Oppenheimer
Bhagavad Gita è il nome del libro più famoso e importante nella religione induista. L’undicesimo capitolo del testo sanscrito tratta della rivelazione di Krishna al guerriero Arjuna. Durante la conversazione Krishna si rivela, spiega la sua essenza, lo scopo dello yoga, la differenza tra anima e corpo e come l’ambiente possa influenzare la nostra conoscenza del mondo.
Nel testo sacro una voce fuori campo paragona la rivelazione di Krishna, e la modalità in cui essa avviene, alla potenza di mille Soli che sorgono nello stesso momento, irradiando una luce inimmaginabile.
Non è forse un caso se la frase che è venuta in mente al brillante scienziato Oppenheimer, durante la detonazione della prima bomba nucleare, sia stata proprio quella recitata da Krishna durante la sua rivelazione: “Io sono kalah, il distruttore di mondi“.
Probabilmente il fatto che il primo test della bomba atomica, noto come progetto Trinity, sia avvenuto di notte, ha contribuito a stimolare in Oppenheimer la rievocazione della Luce dell’illuminato Krishna.
Nella citazione sopra si parla di kalah. Questo termine in sanscrito indica il tempo che, invece, è stato interpretato da Oppenheimer e da tanti altri come “morte”.
Morte però è un vocabolo limitato, in quanto esistono ricordi, idee e altro che vivono anche quando la morte sopraggiunge.
Nella sua accezione originale, invece, ovvero di kalah, come concetto che esprime il tempo, questo rappresenta una forza molto più potente e illimitata, capace di superare la morte, intesa come fine di tutto.
Le eredità morali di Oppenheimer
Le riflessioni di Oppenheimer sull’uso etico della scienza hanno ispirato generazioni successive di scienziati. La sua lotta per il controllo delle armi nucleari, tutt’oggi, è un tema caldo non solo in ambito scientifico.
La vita e l’opera scientifica e umana di Oppenheimer ci ricorda l’importanza di considerare le implicazioni etiche delle scoperte scientifiche e il potere che la scienza ha sul destino dell’umanità.
Proprio come il termine kalah suggerisce, i ricordi e le idee di Oppenheimer continuano a vivere attraverso la ricerca di un mondo più sicuro e responsabile, dopo decenni dalla sua scomparsa. Questo grazie anche alla lente di Christopher Nolan.
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