Ora che il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 è arrivato in Italia e in Europa e dopo tutte le misure del governo, si è più consapevoli dei rischi e maggiormente in allerta. In questo periodo di crisi, tutta l’Unione Europea, i paesi, le regioni e le città tendono la mano ai loro vicini e viene fornita assistenza ai più bisognosi.
Con il seguente questionario è stato sottoposto all’attenzione dei cittadini il lavoro svolto dalle istituzioni e le misure adottate da queste durante il periodo di emergenza.
Chi ha risposto al questionario si è diviso per il 41,7% donne ed il restante 58,3% uomini. Ancora, l’80% degli intervistati, trascorre questo periodo con i parenti, l’11,7% con coniugi o conviventi. Il restante 5% da solo e il 3% con i figli.
Si è chiesto di indicare la zona di residenza: è emerso che il 63,3% risiede in centro cittadino, il 30% in periferia ed il restante 6,7% in una zona dislocata dal centro o zona collinare. La domanda è stata posta per meglio comprendere come fosse la qualità della vita durante il lockdown, e se fosse stata influenzata dal contesto abitativo.
Azione e reazione delle istituzioni
Si è sottoposto all’attenzione degli intervistati la questione relativa alle Istituzioni per comprendere come gli stessi percepissero l’intervento del Governo italiano. Dall’analisi dei dati si evince che i risultati sono diametralmente opposti, distanti dall’unanimità: la maggioranza percepisce che, le misure adottate dal Governo, sono state adeguate all’arginare del contagio da Covid-19 mentre gli altri votanti hanno ritenuto insufficienti tali misure restrittive, nonché cause di ulteriori danni (economici, sociali).
Il grafico che viene fuori indica un andamento variabile: su una scala da 1 a 10 su cui è stato chiesto di votare, la media delle risposte, si incrementa in positivo dopo il valore 5.
L’arte della disinformazione
Ulteriore oggetto di riflessione è stata la questione “informazione” e la relativa fruizione (quotidiani, social, digital, etc), giacché la società odierna e gran parte dell’opinione pubblica viene influenzata da questi ultimi. I risultati dicono che il 41,7% si limita ai telegiornali, il 33,3% si informa tramite internet, il 13,3% utilizza il sito ministeriale e i restanti 6,7% da altro tipo di emittente.
Soltanto il 5% degli intervistai utilizza, ancora oggi, la carta stampata.
Si è conseguentemente chiesto se è stato percepito un eccessivo allarmismo da parte dei principali canali di informazione. Il 76,7% afferma di non aver percepito allarmismo, e la restante parte, 11,7%, è in posizione di equilibrio tra consenso e dubbio: la possibilità di incorrere in fake news, titoli click bait ed articoli fuorvianti hanno reso incerta la veridicità delle informazioni fruite agli occhi dei votanti, inducendo in loro una mesmerizzazione dei contenuti e dei valori.
La ripartenza della sanità
Punto cardine della situazione Covid-19 in Italia è sicuramente la Sanità ed il risultato degli eccessivi tagli apportati nel corso degli anni ai fondi di finanziamento, operati dai vari Governi che si sono succeduti. Tutto ciò ha portato al conseguimento di un’eccessiva saturazione e indebolimento dei reparti di terapia intensiva provocando così difficoltà e disagi in tutto il Paese.
È stato chiesto dove investire il denaro per ripartire dalla situazione nella quale versa il Paese: il risultato porta fuori una serie di macro categorie. Una netta maggioranza (46,7%) ritiene che i fondi vadano investiti esclusivamente nella Sanità, oggettivamente stremata da questa situazione. Il 18,3% punta su aziende e sanità. Il 16,7% ritiene opportuno investire solo sulle aziende. Il 15% dividerebbe i fondi stanziati equamente tra aziende, Sanità e Istruzione, l’ultima parte, 3,3% riqualificherebbe Sanità ed Istruzione.
Affidandosi alla sincerità delle persone cui è stato sottoposto il questionario si evince che il 96,7% ha rispettato la quarantena e tutto ciò che ne consegue. Mentre il restante 3,3% ha rispettato quasi sovente tutte le precauzioni.
In conclusione le ripercussioni sulla società sono difficili da prevedere, può dipendere dal differente modo di pensare che è insito in ogni individuo. Da una parte c’è chi pensa che tale situazione porterà a una rinascita dei valori fondamentali di ognuno di noi. In questo periodo di pandemia i cittadini sono stati costretti a rimanere chiusi nelle proprie abitazioni per arginare i contagi. Nel frattempo, le Istituzioni facevano e fanno il loro dovere: l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro che ha bisogno di lavorare, di ripartire unita, tutelare la salute dei propri cittadini e continuare come tale. Dall’altra invece, chi considera questo fenomeno storico parte di un disgregamento sociale ed economico che contribuirà ad affogare un equilibrio già storicamente instabile e precario.
Una sola certezza: il Covid-19 ha cambiato per sempre la società.
Indagine sociale realizzata dagli studenti del YLab for social and digital innovation Cristina Frasci, Cristina Consalvo, Pasquale Saggese, Anna Pia Carusone, Francesca Picentino, Valerio Autuori, Christian Galizia, Marco Squillante, Luca Garelli
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