Protagora fu un filosofo dell’antica Grecia che nacque ad Abdera nel 490 a.C.
Da grande cominciò a insegnare la sofistica, ovvero della retorica e della dialettica (avere ragione nei dibattiti). Le sue idee riguardanti la religione, però, gli arrecarono un’accusa di empietà. Per questa ragione fu esiliato da Atene.
I sofisti
Con il termine “sofisti” si intendevano le persone sapienti e che insegnavano questa sapienza dietro compenso. Vennero infatti considerati, dai filosofi futuri, come “prostituti della cultura”, dato che, in primo luogo era visto di mal’occhio farsi pagare sotto insegnamenti, ed in secondo luogo la filosofia era una materia che andava indagata personalmente e solo a livello teologico.
La sua dottrina
Il pensiero di Protagora potrebbe essere riassunto in:
“L’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò che non sono.”
Indica perciò come l’uomo sia il metro per giudicare la realtà.
Il termine uomo, può d’altrocanto assumere vari significati. Si può intendere il singolo individuo, e quindi si conclude che il sofista intendeva che la realtà appare diversa in base a quelli che la interpretano. Se per uomo ci si riferisce alla comunità, ognuno giudicherebbe la realtà in base alla comunità in cui si trova. Altrimenti se per uomo si parla di umanità, la realtà si discuterebbe secondo i criteri di giudizio comuni della specie a cui si appartiene.
Si pensa, tuttavia, che il filosofo intendesse tutti e tre i significati, utilizzandoli in contesti differenti.
Frasi di Protagora
“Quali le singole cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io.”
“Trasformare l’argomentazione più debole nella più forte.”
“Si possono sempre sostenere due tesi contrarie su ogni argomento, a cominciare da questo: se cioè, su ogni argomento si possa sostenere la tesi favorevole e quella contraria.”
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