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Boris Johnson e il dilemma sull’isolamento dopo il contagio da covid-19 del suo ministro

In queste ore, nel Regno Unito, monta la polemica  sul primo ministro Boris Johnson. Come è noto, il leader dei conservatori, dopo essere entrato in contatto con il Ministro della Salute Sajid Javid, risultato positivo al Covid-19, ha deciso di adottare il cosiddetto «programma pilota» del servizio sanitario, il quale prevede test quotidiani al posto dell’isolamento. In seguito alle polemiche dei tabloid e dell’opinione pubblica britannica, Johnson è ritornato sulle proprie decisioni, facendo un repentino dietrofront e optando per la quarantena.

Boris Johnson e il covid

Il 27 marzo del 2020, in piena pandemia, Johnson risultò positivo al virus Sars-CoV-2  e il 5 aprile successivo fu «ospedalizzato» per il persistere dei sintomi della malattia di Covid-19. Il peggioramento ulteriore delle condizioni di salute nei giorni successivi, richiese il ricovero nell’unità di terapia intensiva  del St Thomas’ Hospital, lo stesso ospedale di Londra dove quest’anno il capo del governo britannico ha ricevuto le due dosi di vaccino Oxford/AstraZeneca.

Il Regno Unito e l’obiettivo immunità di gregge in Europa

Il Regno Unito ha perseguito con perseveranza la propria campagna di vaccinazione. Mentre scriviamo, risulta che quasi il 54% della popolazione britannica ha beneficiato della vaccinazione completa e quasi il 70% ha fatto la prima dose del vaccino. Dopo il Regno Unito, la Spagna risulta il Paese con maggior numero di vaccinati con seconda dose, quasi il 50% della popolazione (il 62% ha fatto la sola prima dose). A seguire la Germania, con il 46%  di vaccinati completi (60% con prima dose), e la Francia che conta il 40% di vaccinati completi e il 55% della popolazione che ha beneficiato della prima dose. L’italia, come è noto, conta il 43% della popolazione vaccinata con la seconda dose e più del 60% con la prima dose.
 

Le varianti del coronavirus

Negli ultimi giorni, in diversi Paesi sono stati individuate varianti del Sars-CoV-2, a cominciare dalla famigerata «variante delta». Nel momento in cui scriviamo, proprio il Regno Unito riporta circa 54 mila nuovi casi positivi con 41 nuovi decessi. Gli studiosi stanno cercando di comprendere i fattori che contengono i decessi, nonostante la diffusione abbastanza rapida dei nuovi casi di contagio. Sicuramente a favore del contenimento dei decessi i vaccini giocano un ruolo di primo piano. Non sono esclusi comunque fattori come l’attenuazione della virulenza dovuta anche alla stagione estiva.
 

Il caso Johnson: un passo oltre il passaporto sanitario

Sta facendo discutere la decisione del «passaporto sanitario», noto anche come Green Pass, la cui adozione ha lo scopo di permettere maggiori libertà di movimento a tutti coloro che sono immunizzati.
In Francia, il presidente Macron ha deciso l’adozione del pass sanitario nei trasporti, per l’accesso a ristoranti e bar e l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. In Italia, l’adozione del pass sanitario è il tema caldo dell’estate per governo, parlamento e opinione pubblica.

Il dilemma dei vaccinati risultati positivi

Il caso di Boris Johnson e dei suoi ministri, che risultano positivi dopo la vaccinazione, fa emergere un «dilemma» per tutti coloro che sono chiamati a decidere sulle sorti dei cittadini nelle prossime settimane. I vaccinati, che potranno risultare positivi nei prossimi giorni, e che saranno chiamati a svolgere le proprie attività lavorative, pubbliche o private che siano, come dovranno comportarsi? Saranno chiamati all’isolamento, come nel caso di Johnson, o potranno adottare qualche forma di «programma pilota» del servizio sanitario nazionale che preveda test quotidiani per svolgere le proprie attività?

Decisioni da prendere

Questo dilemma riguarderà, a stretto giro, milioni di italiani e europei. Riguarderà i nostri figli che dovranno andare a scuola, riguarderà i loro insegnanti che sono chiamati a un’azione responsabile e di esempio per i più giovani. Riguarderà centinaia di migliaia di medici e paramedici che, da quasi due anni, mettono a repentaglio la propria vita per cercare di salvare la vita degli altri. Probabilmente, un tale scenario molte persone rischierebbero di non comprenderlo.
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