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Quando il rap è un sentimento genuino: GIANT si racconta a YPeople

Il rap non è solo donne, soldi e droga. O meglio, non si tratta solo di questo. Può essere il motore per esperienze che vanno al di là delle cose materiali, dei bassi contenuti e delle superficialità. C’è un sentimento genuino, quasi primordiale e nascosto tanto che è raro scovarlo.

GIANT, invece, lo abbiamo conosciuto, abbiamo ascoltato i suoi brani. È un ragazzo semplice, è uno che non se la tira, è vero. Purezza tanto desiderata nella scena rap, soprattutto in quella emergente. Lo abbiamo intervistato per avere ben chiaro il suo punto di vista sulla realtà di oggi, sul senso del riconoscimento e sulla sua scelta di fare rap da lui stesso approvata con grande soddisfazione, arrivando a dire che è il suo percorso designato, il senso della sua vita. Determinazione che lo ha portato a conoscere una persona speciale…

Domanda bruciapelo. Che cos’è il rap per te?

“Il rap è libertà d’espressione. Si è liberi, non c’è nessuno al di sopra di noi. Se fai rap sei tu il capo di te stesso, io ho trovato il benessere nel malessere. La realtà è triste senza le passioni quindi credo che ognuno di noi abbia dentro una meta già segnata. Sta a noi decidere se raggiungerla o meno. Che cos’è il rap? È la strada giusta, è la mia strada.”

Ho sentito e apprezzato il brano “Sempre solo”. Ho colto un lato malinconico e un altro dove si capisce una sorta di personale rivincita nei confronti delle molte difficoltà che colpiscono dei ragazzi giovani che tentano di esprimersi attraverso una dote artisticaTi sei mai fatto una precisa idea di come mai si resti sempre da soli?

“Hai colto perfettamente il significato e la struttura del brano. Devo dire che il testo è stato scritto in due momenti: La prima strofa durante un periodo abbastanza confusionario, mentre la seconda, dopo circa un anno, la scrissi quando misi ordine alla confusione, reagendo con determinazione e con un senso di riscatto verso tutte le opposizioni o gli ostacoli che si possono incontrare quotidianamente.  Credo che oggi si ha una concezione errata del vero. Nonostante supporti quest’ultimo, non posso negare che viviamo nell’era del fittizio. È una guerra per il successo, stracolma di persone che condividono gli stessi interessi ma estraniandosi tra di loro. Insomma non può esserci fiducia senza l’amicizia o l’amore, perché ci si limita a perseguire i propri interessi, spesso e volentieri intralciando quelli degli altri. Ed è questo il motivo per cui si rimane sempre da soli. Dovremmo aiutarci di più.”

GIANT, la tua carriera, seppur ancora da ragazzo giovane quale sei, è stata segnata dall’incontro con uno dei tuoi artisti preferiti, Shade. In una tua canzone, “13/04”, hai saputo esprimere tutta la tua gioia di aprire un suo live. Dato che Shade è un rapper di valore nella scena italiana, ci puoi rivelare qualche aneddoto di quella serata?

“Il brano “13/04” non è stato compreso a pieno. Molte persone pensano che abbia fatto quel pezzo per avere attenzioni o aiuti dallo stesso Shade, ma non è assolutamente così. Chi mi conosce sa che sono cresciuto con i suoi freestyle ed i suoi brani. Nel video “13/04” ho cercato di rappresentare in maniera del tutto veritiera ciò che è accaduto quella sera. Ho avuto l’opportunità di conoscere altri rapper italiani, ma nessuno si è dimostrato umile come lui. Dopo il live, Shade poteva benissimo andar via, come hanno fatto tanti altri. Lui ha preferito rimanere nel locale, facendo foto e firmando autografi, fino alle tre del mattino. Dopo qualche mese, in un altro live, ha invitato me e i ragazzi che organizzarono quella festa del 13 Aprile a raggiungerlo in Hotel. Il mattino seguente doveva partire per un’altra data, ma nonostante ciò mi fece restare con lui tutta la notte. Shade è stato in grado di rompere quel muro tra artista e fan, creando quello dell’amicizia.”

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