I Bronzi di Riace, un’opera meravigliosa dell’arte: cosa rappresentano e da dove provengono queste bellissime figure? Di che epoca sono?
Bronzi di Riace: cosa rappresentano?
Due figure di uomo di straordinaria bellezza, i Bronzi di Riace, alti quasi due metri, che rappresentano due guerrieri. Uno detto “Il giovane” potrebbe essere Tideo, che rappresenta un feroce eroe della mitologia greca, figlio del re di Calidone, Dioneo e padre di Diomede. L’altro: “il vecchio” rappresenta Anfiarao, figlio di Apollo e Ipermnestra. Da suo padre aveva ricevuto in dono la preveggenza, motivo per cui, diventò l’indovino della città di Argo. Entrambi i bronzi di Riace sarebbero accumunati dalla spedizione dei “Sette contro Tebe” e da una lunga storia di miti e leggende narrate da sommi poeti.
Bronzi di Riace: luogo di provenienza
A tal riguardo si sono fatte mille ipotesi, ma solo dopo l’ultimo restauro, terminato nel 2013 a Roma, in seguito ad un’approfondita analisi, sulla terra di fusione delle statue si è potuto dedurre con più chiarezza il luogo esatto della loro provenienza dei Bronzi di Riace attribuendone ad Argo la realizzazione.
Anche se non tutti gli studiosi sono d’accordo su questa tesi, in quanto la produzione scultorea eseguita ad Atene era di gran lunga migliore rispetto a questa dei Bronzi di Riace. Sculture di quella portata e raffinatezza, solo artisti della polis ateniese, potevano essere in grado di realizzarla.
Bronzi di Riace: di che epoca sono?
L’arte, in un modo o nell’altro comunica la storia di appartenenza, sotto questo aspetto è possibile dire con certezza che l’epoca dei Bronzi di Riace risale all’età classica del V secolo. Un lungo e florido periodo storico, durato duecento anni, dove a predominare erano le due civiltà greco-romana, entrambe accumunate da una notevole crescita espansionistica e culturale di cui beneficiarono soprattutto gli stati europei.
Oggi possiamo ammirare i due Bronzi di Riace, un magnifico capolavoro che risorgendo dalle acque marine, oggi, è apprezzabile in tutta la sua bellezza, dove? Al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
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Angela Avino (Studentessa YLab Unisa 2018/19)