Didattica a Distanza durante l’emergenza Covid-19: l’approccio di studenti e docenti

A causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, gli studenti e gli insegnanti di tutta Italia hanno dovuto modificare il loro metodo di apprendimento e di insegnamento aprendo le porte ad una modalità, fino a poco tempo fa, a noi estranea: la didattica a distanza.

Dati Didattica a Distanza durante l’emergenza Covid-19

Il questionario proposto è composto da sei domande a risposta multipla e i votanti, agenti della nostra analisi, sono appartenenti ad una fascia d’età compresa tra i 16 e i 50 anni. Di questi, l’83% sono studenti ed insegnanti della regione Campania. Infatti, nella prima domanda del questionario, viene richiesto se la modalità analizzata fosse già stata sperimentata.

Per la diffusione del sondaggio abbiamo utilizzato diversi social network e canali di messaggistica tra cui Facebook, Instagram, Twitter, Whatsapp e Facebook Messenger.

Pro e contro della didattica a distanza

Data l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, il Governo italiano ha deciso di adoperare la modalità della didattica a distanza per consentire a tutti gli studenti e a tutti gli insegnanti il corretto svolgimento delle lezioni al fine di conseguire adeguatamente la fine dell’anno scolastico.

Tale modalità, però, non era del tutto sconosciuta in tutte le università poiché molte di queste, come le università telematiche, la utilizzavano già da tempo.

Nonostante ciò, la maggior parte dei votanti del sondaggio (63%) ritengono che le lezioni in aula siano decisamente migliori rispetto a quelle online, poiché in queste ultime bisognerebbe apportare qualche miglioramento (figura 1), come la fornitura degli apparecchi elettronici agli studenti che non ne dispongono.

Inoltre, il 51,1% ritiene che tale modalità porterà con sé sicuramente delle conseguenze negative, fra cui problemi di interazione fra docenti e studenti, mentre il 48,9% afferma che non ci saranno conseguenze drastiche.

Didattica a distanza: problemi e difficoltà

Successivamente abbiamo cercato di capire se gli studenti e gli insegnanti abbiano difficoltà, rispettivamente, nell’apprendimento e nell’insegnamento. Le risposte a tali domande sono abbastanza equilibrate ed omogenee: nella figura 2, il 56,6% dei votanti afferma che gli insegnanti non riescono ad esporre in maniera efficiente ed efficace gli argomenti previsti dal programma precedentemente creato per la modalità didattica in presenza; mentre il 43,4% sostiene, invece, che gli insegnanti riescano a svolgere le lezioni in maniera corretta, nonostante vi siano difficoltà di comunicazione.

Dopo un primo riscontro, una domanda simile evidenzia il parere degli studenti (figura3): il 58,3% ritiene che questi mostrano gravi difficoltà di apprendimento causate da una scarsa connessione alla rete internet e da una mancanza di concentrazione dovuta allo scarso coinvolgimento degli studenti stessi da parte degli insegnanti. Il restante 41,7%, invece, afferma che, anche con una diversa modalità, lo studente riesce tranquillamente ad apprendere le conoscenze fornite dagli insegnanti e a portare a termine le lezioni senza distrazioni.

Conclusioni

Il questionario proposto è un’analisi sociale creata con lo scopo di raccogliere più dati possibili analizzando le opinioni dei soggetti votanti, al fine di fornire informazioni inerenti alla modalità a distanza utilizzata. Come detto precedentemente, tale modalità fino a poco tempo fa risultava sconosciuta alla maggior parte delle istituzioni, ma ciò nonostante è riuscita a proiettare sia studenti che insegnanti in un mondo nuovo. Infatti, con le adeguate modifiche, la didattica a distanza rappresenta un’importante risorsa per il futuro.

A causa di alcuni aspetti sottovalutati dagli organi competenti, la didattica a distanza comporta anche dei rischi e dei pericoli per la salute dello studente o del lavoratore: trascorrere molte ore davanti ad un dispositivo elettronico risulta un problema per la salute poiché ogni individuo potrebbe avere dei disturbi alla vista, ma anche problemi di emicrania dovuti all’illuminazione dell’apparecchio stesso.

Indagine sociale realizzata dagli studenti del YLab for social and digital innovation Asia Stellato, Margherita Arpaia, Lorenza Visco, Elena Sofia Fiorillo, Ilenia Ascione, Sara Del Sorbo, Camilla Abbate e Francesco Mazzotta

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