In Italia l’emergenza sanitaria ha messo a dura prova il coordinamento tra Governo e Regioni, chiamati a garantire una sana comunicazione istituzionale. Nondimeno le fonti di informazione, da cui i cittadini attingono, rappresentano un aspetto importante da monitorare.
Il ruolo della comunicazione istituzionale durante l’emergenza Covid-19
Per comunicazione istituzionale si intende l’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche di un Paese con l’obiettivo di gestire, sviluppare e migliorare le relazioni delle istituzioni con i loro cittadini. Siccome tale processo ricopre un ruolo nevralgico in condizioni di ordinarietà, assume maggior rilievo in situazioni eccezionali, dove l’incertezza ed il disorientamento possono minare l’equilibrio nazionale.
I dati rilevati dal questionario “Covid-19: comunicazione, informazione e coordinamento” evidenziano l’importanza rivestita dalla comunicazione istituzionale nell’emergenza sanitaria che ha sconvolto l’Italia. Infatti una netta maggioranza (89,5%) ha conferito un grado di importanza massimo alla comunicazione istituzionale a dispetto di una minoranza (2,9%) che ha dichiarato di ritenerla ininfluente. Il 7,6% restante degli intervistati, invece, ha assunto una posizione intermedia. Di seguito riportato l’istogramma rilevato:
Quali sono le fonti d’informazione utilizzate dai cittadini italiani?
Per saperne di più sull’evoluzione della pandemia gli italiani si sono affidati a molteplici fonti d’informazione, che molto spesso si sono rivelate false provocando, di conseguenza, la diffusione di una serie di fake-news. La divulgazione di queste ultime è stata favorita maggiormente da piattaforme il cui contenuto può essere modificato da chiunque senza alcuna attendibilità. Tuttavia molte di queste notizie sono state smentite da parte di emittenti affidabili come telegiornali e siti ufficiali.
I dati relativi alla voce “Quali sono le fonti di informazioni principali in merito al Covid-19?” mettono in luce che la maggior parte degli intervistati ha scelto di consultare telegiornali, social network e sito web del governo, dimostrando avversione nei confronti di notizie non ufficialmente accertate. Di seguito riportato il grafico a barre:
L’efficacia del coordinamento tra Governo e Regioni
In un momento di emergenza la comunicazione istituzionale gioca un ruolo fondamentale, poiché coordina il comportamento dei cittadini, oltre che informarli. I tanti decreti emanati e le numerose decisioni adottate, talvolta tempestivi, hanno evidenziato una leggera discrasia tra l’organo centrale e le amministrazioni regionali. Alcuni episodi, come il caso della riapertura, non ancora prevista dal decreto governativo, di attività commerciali nella regione Calabria, hanno dimostrato la scarsa efficacia del coordinamento tra Governo ed enti locali. Le informazioni emerse dall’indagine condotta testimoniano la parziale soddisfazione che i cittadini italiani nutrono nei confronti del coordinamento tra sede centrale e Regioni.
Il 60,5% degli intervistati, infatti, ha optato per la risposta “In parte perché a volte le notizie non sono state diffuse in maniera equilibrata tra le due parti”, avvalorando la tesi secondo cui il rapporto non sia stato sempre proficuo. Al contrario il restante 39,5% ha espresso un parere chiaro, senza lasciar spazio a trattative: il 29,1% ha ritenuto efficace il coordinamento, mentre il 10,4% rappresenta il dissenso totale. Di seguito riportato aerogramma:
“Le critiche sono come le scarpe nuove. All’inizio danno fastidio, poi se sono di qualità, ti fanno stare meglio”. E’ questa la reale natura della critica in senso lato, che molto spesso si rivela costruttiva ed utile per migliorare e colmare alcune lacune. A tal proposito l’ultima voce del questionario ha fornito a coloro i quali hanno espresso dissenso o consenso parziale la possibilità di liberamente in merito ad ipotetici cambiamenti. Tra le proposte più valide figurano:
“Penso che un organo di raccordo tra Governo e Regioni possa migliorare la comunicazione tra i due. In Italia siamo sprovvisti di questo organo e le conseguenze di questa mancanza, nell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, sono palesi.”
“Il problema secondo me è che c’è una grande speculazione sulle notizie riguardanti il virus. Quindi le fonti di informazione pur di guadagnare qualcosa sono state capaci di fornire notizie non veritiere o comunque non accertate.”
“La troppa libertà data alle Regioni non aiuta. Bisognerebbe creare un organo capace di coordinare Governo centrale ed enti regionali.”
“Molto spesso le regioni prendono misure differenti rispetto al governo centrale, in maniera autonoma. Penso che debba esserci, visto che ormai il problema è NAZIONALE, uniformità di azione!”
“Avendo una comunicazione alla inglese… Cioè in Gran Bretagna le informazioni per i cittadini vengono inviate tramite SMS istituzionali… In questo modo si potrebbe avere certezza sulle informazioni trovate”
Cosa dice la legge a riguardo?
Questa discrepanza tra le misure adottate dal Governo e quelle promulgate dagli enti regionali è, per certi versi, giustificata dal Decreto Legge n.19 del 2020, che consente alle Regioni di intervenire per limitare con ordinanze più restrittive rispetto a quelle emanate dallo Stato, salvo per le attività produttive ove non è possibile adottare misure più stringenti di quelle già previste dal Governo centrale. Ciò spiega il motivo per il quale le Regioni hanno spesso e volentieri agito in maniera autonoma, sfociando talvolta in misure restrittive opinabili e non sempre aderenti agli articoli della Costituzione.
Un esempio di trasgressione della legge risiede nei vincoli di circolazione interregionale imposti dalle Regioni, che non prendono in considerazione quanto stabilito dall’art. 120.
Indagine sociale realizzata dagli studenti del YLab for social and digital innovation , Pasquale Porzio, Thomas Tammaro, Gabriele Angrisani, Maria Nikiitina, Camilla Viscardi, Giada Luongo, Erica Merolla, Emanuela Cesarano, Sarah D’Isanto, Rebecca Pisano
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