Su YPeople si è già parlato di responsabilità sociale d’impresa (corporate social responsibility, CSR), l’ambito di indagine che analizza le implicazioni di natura etica all’interno dell’impresa. Numerosi sono le relazioni fra fra CSR e business ethics, la parte dell’etica applicata che esamina i dilemmi etici che si trovano ad affrontare i manager nella gestione aziendale e/o organizzativa.
La piramide di Carroll
Il lavoro di Archie Carroll, the pyramid of social corporate responsability (1991), probabilmente rappresenta uno dei tentativi più autorevoli nel provare a riordinare i fondamenti della materia, almeno negli ultimi tre decenni, come sostenuto da Borgonovi e D’Avanzo in Corporate social responsability. Un approccio computazionale per identificare fattori etici all’interno della visione strategica d’impresa (2018)
Le tipologie descrittive di manager
Oltre alla piramide di Carroll, è interessante fare un cenno a un altro aspetto che lo studioso americano ha sviluppato nel suo lavoro, ovvero le categorie descrittive di manager o, meglio, management: <<immoral>>, <<amoral>> e <<moral manager>>.
Il management immorale
Per il manager immorale gli standard di legalità rappresentano delle barriere o impedimenti da superare per realizzare che vuole
Nella tassonomia di tipi comportamentali di management di Carroll, il manager immorale è colui le cui decisioni, azioni e comportamenti suggeriscono un’opposizione attiva, deliberata, a ciò che è ritenuto giusto o etico. Secondo Carroll questo tipo di management si preoccupa solo della redditività e del successo della sua organizzazione. Per costoro, gli standard di legalità rappresentano delle barriere da superare per realizzare ciò che vogliono. La strategia principale adottata dal management immorale è sfruttare le opportunità per il guadagno personale o aziendale.
Il management amorale
Il manager amorale non si rende conto che le sue decisioni e azioni commerciali possono danneggiare coloro con cui trattano affari
Il secondo tipo di manager individuato da Carroll è quello denominato manager amorale, il quale non crede che le proprie azioni possano avere una dimensione etica. Secondo Carroll, anche se questo profilo di management può essere ben intenzionato, esso non si rende conto che le sue decisioni e azioni commerciali possono danneggiare coloro con cui trattano affari.
Il management morale
Il moral management tende a conformarsi agli alti livelli accettati di condotta professionale
Il terzo profilo tracciato da Carroll è il management morale. Il moral management tende a conformarsi agli alti livelli accettati di condotta professionale e, generalmente, sono esempi di leadership su questioni etiche. Per esso la legge rappresenta il comportamento etico minimo e il suo obiettivo è di operare sopra ciò che la legge richiede. Quando dovesse sorgere un dilemma etico, il moral manager riesce ad assumere una posizione di leadership per la sua azienda o organizzazione.
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