Quali sono i rischi del Recovery Fund?

Il rischio principale per l’Italia, derivante dall’adozione del recovery fund, è costituito dalla burocrazia

Sono queste le parole del banchiere Beppe Ghisolfi, usate durante l’intervista rilasciata al YPeople. Basta vedere lo stato in cui versano alcune opere pubbliche, iniziate più di un ventennio fa, che risultano ancora incompiute, a causa di cavilli burocratici. Nel caso del recovery fund questo non è contemplato in quanto l’Europa concede il denaro affinché esso venga speso in tempi certi e per realizzare opere utili, senza che si incorra in sprechi o, peggio ancora, in casi di tangenti e/o corruzione.

I controlli da parte dell’Europa

L’Europa, al fine di evitare i rischi di cui parla Ghisolfi nella sua intervista, eserciterà dei controlli. Ad esempio, poiché il denaro sarà concesso in più tranche, se l’Italia non rispetterà le linee guida stabilite dalle autorità europee, il finanziamento potrà essere interrotto.

Cabina di regia unica o occasione per sburocratizzare

Al fine di evitare rischi di questo tipo, da più parti è stata avanzata l’ipotesi della creazione di una cabina di regia che possa affiancare i Ministeri nel loro lavoro. Altre ipotesi sui tavoli dei decisori, invece, possono essere ricondotte a una volontà generale di cogliere l’occasione per introdurre una maggiore sburocratizzazione all’interno delle procedure pubbliche, senza ricorrere a ulteriori cabine di regia esterne ai Ministeri e agli organi dello Stato deputati al controllo e alla implementazione dei progetti finanziati con il recovery fund.

Norme e tempi rapidi per evitare il disastro totale

Con queste parole Beppe Ghisolfi conclude il suo intervento a YPeople. Il banchiere ha messo in guardia dalla possibilità di perdere questi finanziamenti se non saranno rispettate norme snelle e efficaci, oltre a tempi rapidi di realizzazione dei progetti. Un “disastro”, sostiene Ghisolfi, che non sarebbe perdonabile per nessuno.

Le verifiche da parte dell’Europa

a proposito delle verifiche da parte dell’Europa, Ghisolfi sostiene, contro corrente, che tali verifiche, probabilmente, potrebbero risultare un aspetto favorevole per l’Italia, in quanto potrebbero funzionare da “stimolo” sia nella fase di pianificazione (recovery plan) sia nella fase di spesa dei fondi.

https://youtu.be/4vs50vJ2gKQ

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